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Negli ultimi anni si sente sempre di più parlare di Smart cities e dell’importanza che i dati avranno nelle città del futuro. Non a caso si susseguono sempre più spesso pubblicazioni di report, studi e articoli sul tema, oltre ad eventi e meeting internazionali.

Uno di questi è il recente studio “Smart City Index 2020” realizzato da IMD in collaborazione con Smart city Observatory e l’Università di Singapore. Si tratta di una classifica delle città più smart al mondo, che vede al primo posto Singapore, seguita da Helsinki e Zurigo, su 109 centri abitati analizzati. Le città sono state  classificate in base a parametri come salute, sicurezza, scolarizzazione, mobilità, verde, attività culturali ed altri.

Ma in che modo i dati giocano un ruolo fondamentale nel processo di digitalizzazione e progresso tecnologico delle città?

Innanzitutto alla base di ogni Smart city vi sono tre elementi tecnologici principali: 

  • Internet of Things (IOT): sensori e dispositivi connessi a internet che permettono di comunicare l’uno con l’altro e di inviare i dati alle piattaforme di gestione, consentendo l’acquisizione di dati;
  • Information and Communication Technology (ICT): piattaforme che mettono in comunicazione i cittadini tra loro. In questo modo, le smart cities possono migliorare i servizi offerti analizzando dati e feedback provenienti dai cittadini stessi;
  • Sensori e sistemi di telecamere: permettono di raccogliere diverse tipologie di informazioni, come qualità dell’aria, temperatura, numero di veicoli, numero di persone in un determinato luogo.

Si tratta, dunque, dei tre principali strumenti necessari all’acquisizione dei dati. Il passo successivo è l’elaborazione di questi ultimi al fine di migliorare le condizioni di vivibilità delle città. In particolare, la creazione da parte delle amministrazioni cittadine di strategie data based, possono riguardare molteplici aspetti della città, offrendo in questo modo numerosi vantaggi al cittadino e alla città stessa.

Uno degli ambiti maggiormente impattati è senz’altro quello dei trasporti ed in generale della mobilità cittadina. Attraverso dati acquisiti da piattaforme di navigazione, gps e strumenti di tracciamento degli spostamenti, è possibile migliorare la gestione del traffico urbano, comunicando al cittadino eventuali congestioni, incidenti, parcheggi disponibili e tempi di percorrenza. Anche per quanto riguarda il trasporto pubblico, la gestione dei dati può contribuire significativamente al miglioramento, offrendo alle amministrazioni informazioni in merito a criticità come affollamento dei mezzi, malfunzionamenti, necessità dei cittadini, su cui intervenire in maniera mirata, con una conseguente riduzione degli sprechi di risorse.

Anche in termini di sostenibilità ambientale, i big data hanno un ruolo centrale. In particolare, in tema di materie prime e risorse energetiche, è possibile monitorare i consumi in maniera efficiente, ad esempio utilizzando l’illuminazione pubblica intelligente o gestendo l’erogazione energetica in maniera differenziata in base al fabbisogno delle varie zone della città. Attraverso i sensori, inoltre, è possibile monitorare livelli di inquinamento dell’aria e dell’acqua, intervenendo con specifiche misure.

In campo medico, inoltre, i big data possono contribuire a migliorare diagnosi e cure attraverso la tecnologia e dispositivi intelligenti. Ad esempio, utilizzando i sensori è possibile monitorare i livelli di inquinamento atmosferico o delle acque e ridurli prima che diventino un rischio per la salute pubblica. E’ inoltre possibile raccogliere dati da strutture mediche e rilevare la diffusione di malattie in determinate aree.

In tema di sicurezza pubblica, infine, le città possono utilizzare i big data per individuare le zone a più alto rischio di criminalità e prevedere con esattezza i luoghi dove avverranno i crimini. In particolare, dati storici e geografici aiutano le città a creare degli ambienti a basso tasso di criminalità.

Una volta compresa l’origine dei dati e la moltitudine di usi e vantaggi per le città, passiamo ad analizzare i tre principali metodi di archiviazione.

  • Cloud Storage: si tratta di sistemi in cloud che, utilizzano hard disk allo stato solido, permettendo l’eliminazione di file ridondanti e la crittografazione dei dati, in modo tale da rendere la successiva fase di analisi più rapida.
  • Edge Computing: non prevede una vera e propria archiviazione dei dati, ma un’elaborazione immediata degli stessi, attraverso sistemi informatici come l’intelligenza artificiale, al fine di ottenere una rapida analisi dei dati rilevati. Ad esempio, nel caso della gestione del traffico, l’AI va ad individuare le congestione e gli incidenti, fornendo immediatamente informazioni agli enti preposti al monitoraggio.
  • Conservazione dei dati ibridi: i sistemi ibridi di archiviazione dei dati combinano i benefici della memorizzazione del cloud e degli edge. L’archiviazione ibrida di dati consente alle città di prendere nuove decisioni sulla base di segnalazioni in tempo reale e nello stesso tempo accedendo ai dati archiviati nel cloud storage.

Alla luce di questa analisi possiamo quindi affermare che i dati hanno un ruolo centrale in una Smart city. Le città possono gestire i dati al fine di ridurre il numero di incidenti stradali, la congestione del traffico ed aiutare i conducenti a trovare  parcheggio. I dati possono anche ridurre la criminalità, migliorare l’illuminazione urbana intelligente e migliorare i sistemi idrici ed energetici. 

Tamer Nada, Silvio Maddaloni